Una campana antica suona rintocchi che mi ricordano altre campane ma tutte capaci di accendere la mia commozione in queste ore del tramonto. Arriva da un campanile che non scorgo, qui sulla piazza del Circo Massimo a Roma e a me sembra la voce di una giovane donna che cerca di farsi ascoltare da uno dei più brutali e sanguinari imperatori romani, Caracalla nascosto al di là della piazza tra le imponenti rovine delle sue terme per ricordargli la lunga lista di nefandezze che commise. E torna a farlo ogni sera alla stessa ora come fanno migliaia di campane intorno a noi per ricordare vicende diverse ma crudeli allo stesso modo. Come tutti i potenti Caracalla ha lasciato un grande senso di distruzione non solo nei ruderi di questa piazza ma anche nelle Anime di tutti gli esseri umani che hanno patito sofferenze atroci perché sfruttati e schiavizzati in nome della sua voglia irresponsabile del potere È una storia che si ripete uguale da sempre, fatta di capi, di ricchi, di nobili e di condottieri sfruttatori egoisti di esseri umani. Non rimane traccia invece di quei milioni di uomini e donne che, pur soffrendo per violenze non meritate, con umiltà hanno permesso al mondo di non scomparire sotto la follia di chi comandava. Neanche sui libri di storia sono menzionati loro che hanno salvato le nostre società. Fino a quando non sarà fatta giustizia e resi loro la dignità e il prestigio che meritano, il mondo non potrà cambiare né diventare migliore. Loro hanno fatto la storia e di loro voglio sentire la storia per comprendere meglio la via per riscattare la loro sofferenza e creare un mondo migliore.
Set 092019