In oltre quaranta anni dedicati allo studio della mente mi sono convinto che i disturbi della psiche più gravi sono tipicamente maschili. Fino a vere e proprie forme psicotiche che possono portare chi ne soffre ad adottare comportamenti delinquenziali. Gli uomini che uccidono le proprie compagne, fenomeno non raro come ci dicono le cronache, rappresentano le situazioni più gravi di questi disturbi. In ogni caso tutte le forme di violenza di gruppo sono esclusivamente maschili, comprese quelle che danno origine alle guerre. I maschi che ne sono esenti sono meno di quanto si possa pensare. La ragione è legata in parte alla differenza genetica tra uomini e donne e in parte all’educazione perché i maschi fin da piccoli sono maggiormente stimolati a dare dimostrazione del loro valore, cosa che impedisce una crescita equilibrata e il raggiungimento completo della fiducia in sé stessi, e favorisce l’esordio delle malattie mentali. Un lavoro scientifico recente ha rilevato piccole differenze tra le strategie di risposta delle donne e degli uomini quando si studiano individui in situazioni simili. In generale, tali differenze esistenti indicano che le donne tendono ad assumere una capacità di far fronte allo stress basata sull’emozione e sulla risposta “prenditi cura e sii amorevole”, mentre gli uomini tendono a utilizzare una risposta incentrata sul problema e sulla risposta “combattimento o fuga”. Gli ormoni svolgono un ruolo importante in questa differenza di genere. In vari studi, durante le situazioni di stress il cortisolo (un ormone dello stress) è stato rinvenuto molto più elevato negli uomini che nelle donne. Nelle situazioni di stress anche la produzione di noradrenalina che stimola al combattimento o alla fuga maggiore nell’uomo che nella donna. In queste ultime è stato invece notato un aumento dell’attività limbica. Molti ricercatori ritengono che questi risultati siano alla base delle ragioni per cui geneticamente gli uomini adottano una reazione di “combattimento o di fuga”, mentre le donne hanno una reazione di “prenditi cura e sii amichevole”. Di recente alcuni ricercatori australiani hanno proposto che tutto ciò possa dipendere, almeno in parte, da un gene, chiamato SRY, che si trova sul cromosoma maschile Y, che finora si credeva responsabile soltanto del sesso del feto. Piccolo vantaggio e piccola consolazione per le donne non possedere il cromosoma Y in confronto a tutte violenze fisiche e fisiche a cui sono sottoposte. Questo non vuol dire che non ci siano donne che soffrano di disturbi di personalità, ma quando avviene si tratta generalmente di forme meno gravi di quelle che colpiscono gli uomini. Il cosiddetto sesso debole si dimostra più forte e più sano. Tutto questo è comprensibile se si pensa alla grande responsabilità che hanno le donne nella sopravvivenza della specie che richiede loro equilibrio e saggezza. Dalla preoccupazione per il benessere del loro neonato si sono sviluppate nelle donne la compassione e l’altruismo, come pure la capacità di ascoltare le esigenze degli altri e di imparare dagli altri.
L’errore del maschio è quello di pretendere che la donna si affidi a lui. Invece deve avvenire il contrario. Il maschio si deve affidare alla donna mettendo a nudo tutto se stesso, in un’offerta totale. La donna è la regina che alla fine decide di incoronarlo re oppure no. Dal momento che la la donna lo ha scelto come il suo re il maschio diventa uomo. Tutto è deciso dalla donna ed è giusto e naturale. Come avveniva nelle primitive società matrilineari in cui la donna era venerata come una divinità. Il mondo migliorerebbe come per incanto.