Il sesso ci permette di conoscere la parte più profonda di noi se riusciamo a viverlo nella piena completezza. Per fare questo non deve essere un esercizio ripetitivo soddisfatto dal continuo cambiamento del partner come sembra farci credere quella che noi consideriamo una libertà sessuale. La sessualità come tendiamo a definirla oggi non è che la goffa vendetta per secoli di freno della libertà sessuale perpetrata soprattutto nei confronti delle donne. Finisce per essere un ulteriore consumismo a cui siamo costretti nelle nostre società decadenti, una droga che ci permette per un attimo di distrarci dalla realtà che non ci piace. Se il sesso non si riduce a puro esercizio fisico reiterato con persone sempre nuove ma avviene tra due persone che lo usano con il coraggio di aprirsi con l’altro e di darsi fino nel più profondo, che si confidano i desideri più perversi, animaleschi e osceni, qualunque siano ma scritti nel profondo delle loro Anime, pronti a condividerli insieme, allora quel sesso diventa qualcosa di terapeutico. Il sesso vissuto così è un esercizio per l’Anima che le permette di conoscersi, di imparare a darsi agli altri senza paura, infine la scoperta della libertà. Può condurci a quella che io insegno e chiamo la meditazione continua, la vera estasi, il punto di nascita della felicità vera. Anzi definirei il sesso la strada maestra per la felicità.
Questo tipo di erotismo rende mistici mentre l’ erotismo superficiale e abusato non ci porta mai in alto ma diventa un’inutile droga.
Per questo sessualità e sentimento d’amore vanno a braccetto perché facilitano l’incontro tra due persone che possono vivere l’animalità della sessualità fino in fondo per raggiungere quella trasfigurazione che rende il sesso luogo ideale che non si può esprimere a parole dove nasce la vera felicità: un territorio divino confinato nell’intimità magica di due persone innamorate che rende il loro amore degno di essere vissuto.
Ott 012016